STRESS

Stress e sovraccarico

Speaker 1

Pressione mentale ed emotiva da eventi o situazioni stressanti

Il termine stress è stato teorizzato nel 1936 da Selye, definito anche Sindrome Generale di Adattamento, con il significato di risposta generale aspecifica di un soggetto a qualsiasi richiesta proveniente dall’ambiente, in quanto qualunque stimolo può generare stress (Favretto, 1994). La risposta è definita aspecifica perché le cause scatenati possono essere molteplici.

Gli studi sullo stress lavorativo, definito anche “occupational stress” o “work stress”, si focalizzano sull’importanza delle richieste provenienti dall’ambiente lavorativo nei confronti dell’individui e sull’accumulo dei fattori stressanti legati al mondo del lavoro.

Lo stress lavorativo è anche definito come l’interazione delle condizioni lavorative con le caratteristiche psicologiche del lavoratore. Nello specifico si manifesta quando c’è un sostanziale squilibrio tra le domande provenienti dall’ambiente e le capacità di risposta individuali, quando cioè le richieste dell’organizzazione eccedono le reali capacità del lavoratore (Baiocco, 2004).

Secondo Lazarus, lo stress psicologico non è ne buono e ne cattivo, in certe circostanze si dimostra benefico (eustress) e in altre dannoso (distress). Per questo motivo, lo stress deve essere considerato un fenomeno normale presente nelle organizzazioni: si possono realizzare situazioni lavorative che non siano soltanto fonte di malattia e di delusione, ma anche occasioni di autorealizzazione, di maggiore creatività ed efficienza organizzativa, come nel caso dell’eustress.

La situazione opposto è quella del distress. Ne sono un esempio le diverse forme di disagio lavorativo, come il dimensionamento, il workaolism (dipendenza dal lavoro), il burnout, il mobbing e altre forme di discriminazione.

Il percorso psicoterapeutico è inteso come spazio per analizzare e affrontare la situazione lavorativa in modo più efficace e funzionale.